La squalifica al San Marino Rally, Paolo Andreucci si difende: “Ecco cosa è successo”

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Il pluricampione italiano Paolo Andreucci si difende e spiega quanto accaduto nel corso delle verifiche post gara del San Marino Rally

Paolo Andreucci

Paolo Andreucci e Francesco Pinelli - Citroen C3 R5

A distanza di qualche giorno dalla conclusione del San Marino Rally, il pluricampione italiano Paolo Andreucci, si difende e spiega quanto accaduto nel corso delle verifiche effettuate sulla Citroen C3 R5 del Team PRT. Andreucci spiega nel dettaglio come si sono svolti i lavori di verifica e perché si è giunti alla squalifica e alla successiva presentazione dell’appello.

“Provo a spiegare cosa è successo al Rally di San Marino – ha detto Paolo Andreucci – per cercare di chiarire la vicenda con la massima trasparenza. Durante le verifiche post gara i commissari hanno controllato il turbo, la flangia e la valvola pop-off, particolari che sono risultati perfettamente conformi alle specifiche tecniche previste. Quindi hanno provato ad occludere la flangia per verificare che l’aria necessaria per alimentare il motore passasse esclusivamente attraverso la flangia stessa, così come previsto dal regolamento“.

“Senza entrare al momento nel dettaglio della metodologia e degli strumenti utilizzati – spiega Andreucci – per detta operazione di verifica, posso solo far presente che è stata svolta utilizzando una pallina da tennis e altri oggetti in plastica che avrebbero dovuto occludere ermeticamente l’apertura della flangia, impedendo totalmente il passaggio dell’aria e provocando, conseguentemente, lo spegnimento del motore. Purtroppo, queste operazioni non hanno portato allo spegnimento del motore e i commissari, vuoi per mancanza di tempo, vuoi per la necessità della strumentazione tecnica necessaria per eseguire indagini più approfondite, finalizzate all’individuazione delle cause del mancato spegnimento del motore, si sono visti costretti a relazionare la riscontrata anomalia in asserita violazione di quanto previsto dall’articolo 261 304-2 dell’allegato J”.

“A nostro avviso – spiega ancora il pluricampione italiano – la problematica potrebbe essersi verificata per una perdita di pressione nel sistema di aspirazione-giro aria intercooler, probabilmente dovuta ad un danneggiamento sofferto durante la gara, che comunque avrebbe fatto perdere potenza. Ci tengo comunque a precisare nuovamente che in sede di verifica non sono state riscontrate lavorazioni sui particolari meccanici analizzati, risultati totalmente conformi alle specifiche tecniche e che l’anomalia riscontrata in nessun modo avrebbe potuto comportare un vantaggio prestazionale, bensì una perdita di prestazioni”.

“Essere stato squalificato mi rammarica moltissimo – commenta Andreucci – soprattutto perché non vi è stata la possibilità di individuare con certezza il reale motivo del problema. Ho totale fiducia nello staff tecnico che mi assiste e sono certo che a seguito delle ulteriori e approfondite verifiche, in sede di appello (il veicolo è stato preso in custodia dalla FAMS), potrà essere accertata l’assoluta conformità dello stesso alle regolamentazioni tecniche. Attenderò quindi – ha concluso il pilota – con fiducia il verdetto dell’Appello”.

Con l’annuncio della presentazione dell’appello, la vettura è rimasta a San Marino in custodia della FAMS, per permettere le verifiche, che potrebbero essere svolte già questo fine settimana e chiarire quanto accaduto. Il pilota garfagnino la prossima settimana sarà impegnato in Sicilia con la partecipazione alla Targa Florio, terzo appuntamento del campionato italiano rally, a cui prenderà il via navigato dalla compagna Anna Andreussi, a bordo della Peugeot Rally 4 di FPF Sport.

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