La prima “mondiale” di Pavel Group: la tensione e il pianto all’arrivo al traguardo

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L’equipaggio pistoiese ha visto il traguardo nonostante le difficoltà incontrate dall’essere al debutto mondiale, alle condizioni meteo a tratti proibitive incontrate

Pavel Group

Paolo Moricci e Paolo Garavaldi, sulla Skoda Fabia R5 di Pavel Group

Obiettivo raggiunto, per Pavel Group, che al debutto nel Campionato del Mondo Rally, all’Aci Rally Monza, ultima prova del torneo iridato 2020 ha potuto accarezzare la bandiera scacchi grazie alla prestazione di spessore offerta dai propri portacolori, Paolo Moricci e Paolo Garavaldi, a bordo della Skoda Fabia R5 della squadra.

Anche per l’equipaggio, dopo ben 22 anni collaborazione (avvalorati da sette vittorie assolute, una in Coppa Italia di VI zona ed una nel Trofeo Renault), era il debutto nel mondiale rally e dopo tre duri giorni di gara, punteggiati e condizionati da diverse vicissitudini e dalle condizioni meteorologiche proibitive, hanno salutato il traguardo in 33esima posizione assoluta sui 71 arrivati di un rally rivelatosi indiscutibilmente ostico anche per gli equipaggi ufficiali che lottavano per il titolo mondiale. Una nuova firma, dunque, messa bene ed a tratto marcato andando a definire una prestazione di alto valore.

Al via in un contesto totalmente nuovo, sia per l’approccio mentale che sotto l’aspetto tecnico, Moricci e Garavaldi, portacolori della scuderia Porto Cervo Racing, non hanno mai guardato ai riscontri cronometrici, per quante erano le variabili cui dovevano far fronte e comunque hanno saputo sempre gravitare a metà classifica, assecondati al meglio dalla vettura, tanto competitiva quanto affidabile, oltre che dall’intero staff di Pavel Group.

L’intero arco dei tre giorni di gara è stato difficile, per Moricci e Garavaldi, tra l’essere stati subito rallentati dal riprendere in prova concorrenti che partivano davanti a loro, per poi soffrire una foratura e due pneumatici “stallonati”, oltre che un problema all’alternatore, per finire poi con l’appannamento del parabrezza nelle prove disputate il secondo giorno nell’alta provincia di Bergamo, corse anche con la neve, che per loro era la prima volta in assoluto. Tutte difficoltà superate con la volontà, con la voglia di riuscire nell’impresa di accarezzare la bandiera a scacchi di un rally rivelatosi fatale a molti, anche a tanti “nomi” del torneo iridato.

“Appena finita l’ultima prova speciale mi sono messo a piangere – dice Paolo Moricci – un pianto di gioia. Ed anche il mio copilota aveva gli occhi lucidi. Perchè il “gioco” era finito, e perché comunque eravamo consapevoli, insieme ai tanti altri equipaggi con cui abbiamo passato una settimana indimenticabile, di aver fatto qualcosa di importante. Era il nostro primo “mondiale”, un contesto che se non lo vivi non puoi capirlo, era inutile pensare di fare “il risultato”, le forze in campo erano troppe e troppo forti, dovevamo solo acquisire esperienza ed unirsi con la squadra, sfruttando al meglio possibile il mezzo che ci hanno fornito. Un mezzo sempre all’altezza, veloce ed affidabile nel quale ci siamo resi conto che non eravamo soltanto in due, ma c’era sempre tutta la squadra”.

“Si, è stato un gioco di team – ha aggiunto Moricci – che grazie alla direzione tecnica di Stefano Rafanelli ci ha permesso ad ogni prova di migliorare le sensazioni alla guida, peraltro in condizioni che non abbiamo quasi mai incontrato. É stato un bagaglio di esperienza che vale tutte le altre gare che abbiamo fatto sinora, ci sono stati momenti anche di debolezza, di scoramento, pure di delusione, però subito “coperti” dalla grinta e dalla voglia di fare di tutti nel cercare il target, che era l’arrivo. Questo “Monza”, per quel che mi riguarda mi ha riconciliato con i ralliy, il cui ambiente che frequentiamo, negli anni è diventato troppo “pesante” e credo sia così anche per Garavaldi. In una settimana siamo stati spesso insieme ai campioni più celebrati, che non parevano per nulla essere quei “mostri sacri” inarrivabili che tutti pensano anzi, persone semplici. Un’esperienza formativa, che per un rallista almeno una volta nella vita va fatta e di questo ringrazio Pavel Group oltre all’organizzazione della gara, messa in piedi in neppure due mesi, per via della pandemia che ha falcidiato il mondiale rally. Adesso sarà dura tornare – conclude scherzando Moricci – coi piedi per terra”.

Una manifestazione perfetta, l’ultima tappa del mondiale rally, organizzata da Automobile Club d’Italia, Autodromo Nazionale Monza e Sias, che ha convinto tutti, piloti, team e autorità sportive internazionali. Una manifestazione resa straordinaria anche dall’essere stata decisiva per l’assegnazione dei maggiori titoli iridati: il WRC, il WRC2, il WRC3 e il titolo di campione del mondo Junior.

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