Roberto Gobbin: “Monza gara emozionante, dietro ogni curva un’insidia”
Il pilota pinerolese affiancato da Alessandro Cervi, porta al traguardo nel rally mondiale la sua Abarth 124 rally, conquistando i punti necessari per salire sul podio della FIA R-GT Cup
Una gara dalle mille indie, con trabocchetti a ogni chilometro. Questa è stata l’edizione iridata dell’Aci Rally Monza 2020, andata in scena fra giovedì 3 e domenica 6 dicembre con prove speciali dentro l’autodromo di Monza e nelle valli delle montagne bergamasche.
“Un rally veramente impegnativo e difficile, che ha messo in difficoltà anche i migliori piloti del mondiale rally, a cominciare dallo stesso Sébastien Ogier, che a Monza ha conquistato il suo settimo sigillo iridato e il suo avversario Elfyn Evans, leader della classifica prima di Monza, protagonisti di uscite di strada a bassissima velocità – dice Roberto Gobbin appena rientrato a San Secondo di Pinerolo – Inoltre se uscivi fuoristrada e non riuscivi a rientrare con i tuoi mezzi, non c’era nessuno che ti offrisse quella piccola spinta necessaria e spesso sufficiente a riprendere le prove speciali, a causa dell’emergenza Covid che vieta al pubblico di assistere alle prove speciali”.
Un rally che si è presentato subito difficile, ostico e impegnativo (per tutti) fin dall’inizio. “Abbiamo corso con l’asfalto coperto di fango in autodromo e sulla neve nelle prove del sabato in Val Seriana. La direzione gara ha sospeso diverse prove speciali e credo sia stata la decisione giusta, perché in alcune situazioni il livello di sicurezza era veramente basso”, sottolinea ancora il portacolori della Scuderia Lanterna Corse Rally Team. Alla fine, però, il sorriso c’è sulle bocche di Gobbin e del suo navigatore, il genovese Alessandro Cervi, che grazie a questo risultato conquistano la terza piazza nella classifica finale FIA RGT Cup, una sorta di coppa del mondo riservata alle vetture GT.
“È stata una gara da affrontare con mille attenzioni perché, come ho detto, dietro ogni curva si celava il rischio di uscire. Sulla prova di Gerosa del sabato in Val Seriana, la 124 Abarth Rally mi è partita e fortunatamente mi sono appoggiato a un mucchio di neve che mi ha ributtato in strada consentendomi di proseguire. Per un attimo ho rivisto mentalmente il filmato della nostra uscita di strada in Ungheria che mi ha costretto al ritiro. Un concorrente che partiva davanti a me non è stato altrettanto fortunato rimanendo desolatamente fermo in un fossetto – racconta Gobbin che prosegue – Il momento peggiore è stato sabato sera al rientro in autodromo dalla Val Seriana quando in trasferimento si è bloccato l’attuatore del cambio in prima marcia. Abbiamo cercato di ripristinare l’elettronica, così facendo si è inserita la retromarcia e non voleva più saperne di uscire. Siamo rimasti piantati sotto la pioggia, in strada a un semaforo. Fortunatamente i ragazzi di Evo Motorsport, al telefono ci hanno detto come risolvere la situazione e siamo riusciti ad arrivare in autodromo con soli nove minuti di ritardo (pari a una penalità di 1’30”) per affrontare l’ultima prova della giornata con il cambio che ogni tanto faceva ancora le bizze, ma non ci ha appiedato”.
Un altro momento difficile è stato, sempre nella giornata di sabato, sulla salita della lunghissima Costa Valle Imagna. “La 124 Abarth rally, con due sole ruote motrici, non voleva saperne di salire e pattinavamo in mezzo alla strada, senza avere alcuna possibilità di muoverci. Fortunatamente dietro si noi è arrivata una Skoda Fabia quattro ruote motrici che, non riuscendo a passare, ci ha spinto fino allo scollino, permettendoci di toglierci da quella difficile situazione – dice Gobbin, che però è decisamente soddisfatto di questa sua esperienza iridata -. Correre nel mondiale significa preparare la gara in modo ancora più puntiglioso di quanto accade nelle gare dell’europeo e in questo devo ringraziare il mio navigatore Alessandro Cervi, che è stato perfetto non solo in prova speciale, ma anche nella preparazione pre-gara. Questi rally richiedono una preparazione fisica di livello, ma per me non è cambiato nulla. Io corro a piedi, vado in palestra e in bicicletta già normalmente e non ho avuto difficoltà ad affrontare queste gare particolarmente lunghe, con prove speciali di chilometraggio ben superiore a quelle della zona, rimanendo in macchina per molto tempo. Diciamo che questa stagione, con le gare dell’europeo e questo Monza mondiale in particolare, mi hanno vaccinato a tutte le esperienze e le sfide che i rally presentano. E di ciò sono veramente soddisfatto”.
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