Amarcord, l’indimenticabile Peugeot 306: “regina” dei rally degli anni ’90
La Peugeot 306 può vantare un ricchissimo palmares anche nei campionati rally, oltre che sulle piste di tutta Europa
Che la Peugeot 308 sia un grande successo commerciale è ormai cosa nota e sotto gli occhi di tutti. Non tutti sanno, però, che la sua sorella da competizione, la 308 TCR, sta mietendo successi nell’ATCC. Pochi, forse, ricorderanno che una sua antenata di grande successo ha vinto tante gare ed ha scritto capitoli importanti del motorsport internazionale.
Da agosto sono passati esattamente vent’anni dal trionfo di Peugeot alla 24 Ore di Spa-Francorchamps, una tra le più celebri maratone di durata, per tanti anni riservata alle vetture del turismo. Era la Peugeot 306.
Questo modello può vantare un ricchissimo palmares anche nei campionati rally. Nel 1995 la Peugeot 306 S16 arrivò a vincere il titolo mondiale rally FIA 2 litri, con il contributo di due piloti italiani molto noti al pubblico: Piergiorgio Deila e Paolo Andreucci, neo vincitore del Campionato Italiano Rally 2RM 2020.
Nelle stagioni successive la 306 si laurea Campione d’Italia 2 litri, dal 1996 al 1998. Nello stesso periodo entra in scena anche la versione Maxi della 306, una delle più belle auto da corsa di sempre. La kit car del Leone apre la sua straordinaria collezione di titoli con la doppietta di Gilles Panizzi nel Campionato Rally di Francia 1996-1997, imitato in Italia da Renato Travaglia campione 2RM 1999-2000, Adrusilo Lopes in Portogallo (1997-1998), Cyril Henny in Svizzera (1997-1998), Dimitar Iliev in Bulgaria (1999-2000).
A conferma delle sue doti di affidabilità, robustezza, prestanza, peugeot 306 è andata forte anche in pista dove vanta una lunga serie di exploit. In Italia, per esempio, Andrea Bacci con la sua Peugeot 306 preparata nell’officina di famiglia, ha vinto il Campionato Italiano Velocità Turismo prima divisione nel 1999 e il Campionato Super Produzione nel 2000.
L’avventura alla 24 Ore di Spa, legata principalmente a Peugeot Belgique, prende il via nel 1995 quando l’equipaggio Jean Pierre van de Wauwer-Jacques Boillot-Stéphane Caillet vince l’EcoTech Challenge con una 306 TD, mentre l’altro team dei tedeschi Georg Weiss- Joachim Schirra-Peter Scharmach è terzo nella classifica di Gruppo N (vetture derivate di serie) con la S16 schierata da Schirra racing.
Nel 1998 prove generali di vittoria con la pole di Vincent Rademacker che con l’S16 gira a oltre 153 km/h di media, e il secondo posto assoluto di Sébastien Ugeux-Max Weisenburger-Jean Pierre van de Wauwer.
Finalmente la Peugeot 306 espugna la vetta della 24 Ore delle Ardenne nel 1999 quando tre 306 GTI preparate da Krons Racing monopolizzano il podio: primo è Emmanuel Collard, a lungo collaudatore in Formula 1, associato a Frédéric Bouvy e Anthony Beltoise, secondo Thierry Tassin, che è stato uno dei più promettenti piloti belgi, con Thierry van Dalen e Kurt Moellekens, terzi Bas Leinders-Jeffrey van Hooydonk- Pascal Witmeur.
Il bis nel 2000 con lo stesso Bouvy con Moellekens e Didier Defourny primi, al terzo posto un nome celebre, Vanina Ickx figlia del grande Jacky, che qui ha vinto nel 1966 e, ricordiamo, ha corso alla Dakar con una peugeot.
Al traguardo anche gli italiani Alberto Radaelli-Andrea Perucchetti-Luigi Moccia settimi nella graduatoria del Gruppo N con la peugeot 306 S16 di Challenge Team, e soprattutto l’icona Henry Pescarolo, recordman dell’originale tracciato di 14 chilometri a 262.461 km/h di media, una prestazione che rimane in assoluto la più elevata di tutti i tempi su circuiti stradali. Quella di Pescarolo è una delle ultimissime gare di una carriera che l’ha visto in varie occasioni, anche come costruttore, associato a Peugeot. Belle pagine di storia e un altrettanto prestigioso albero genealogico per la Peugeot 308 che oggi continua questa lunga serie di successi commerciali e sportivi.
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