Sanremo 1976: quei 4 secondi della discordia – Prima Parte

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Inizia oggi il viaggio nella storia dei Rally, con la nuova sezione Amarcord

rally sanremo 1976

Bjorn Waldegaard e Hans Thorszelius al Rally Sanremo 1976 - Lancia Stratos

Inizia oggi il nostro (lungo) viaggio nella storia dei Rally. Con “Amarcord”, la nuova sezione nata su Rally Time e a cura di Daniele Sinatra, grande conoscitore di questo straordinario sport, ripercorreremo e rivivremo le storie e i successi delle auto, dei piloti e delle gare che hanno fatto la storia dei Rally. Iniziamo alla grande, con la prima (e la seconda puntata che sarà pubblicata domani ndr.) dedicata al Rallye Sanremo 1976. Buon viaggio…

Il Rally di Sanremo 1976 è una tappa importante per l’assegnazione del campionato. La Lancia guidata da Cesare Fiorio non può fallire assolutamente. Vincere in Ligura significa ipotecare il titolo, considerato che la prova successiva è il Tour De Corse, altro terreno di caccia favorevole alla betè a gagner motorizzata Ferrari. Dagli appassionati il Sanremo 76 viene ricordato sicuramente per il duello tra Waaldegard e Munari e i soli 4 secondi che li divisero all’arrivo. Come quattro sono i principali protagonisti della vicenda: Cesare Fiorio, direttore sportivo Lancia; il Drago, ovvero Sandro Munari, Bjorn Waldegaard e ovviamente lei, la Lancia Stratos, in gara nella sua versione a 24 valvole. Imperativo: monopolizzare il podio e troncare definitivamente le velleità iridate della Opel, unica casa ancora in corsa matematicamente per il campionato.

La Lancia si prepara bene per l’evento: a Munari viene destinato un esemplare nuovo, mentre per Waldegaard e Lele Pinto, altro pilota ufficiale, gli esemplari sono quelli del Rally dell’Acropoli con ovviamente un assetto da asfalto. Tutti e tre i piloti percorrono circa 3.000 chilometri di test prima della gara.

Le squadre avversarie sono molto agguerrite: la Fiat schiera sulla nuova 131, vincente in Finlandia, Alen, Bacchelli, Verini e Cambiaghi. La Opel risponde con Rohl, Nicolas, Ballestrieri e Ormezzano. Presenti anche le Alpine Renault con Siroco e la Mouton.

Ma non c’è storia: sono le Lancia a dominare la scena con Munari e Waldegaard che si spartiscono la maggior parte delle vittorie e si passano vicendevolmente la leadership della gara: un duello sul filo dei secondi. Pinto, invece, ha problemi ai freni e scivola molto indietro, salvo recuperare la terza posizione nella seconda tappa. Gli altri semplicemente non esistono: Alen e Bacchelli escono di strada e si ritirano, le Opel cuociono i motori, fatta eccezione per quella preparata da Conrero di Ballestrieri. Anche Verini, con l’ultima Fiat supersiste, si ritira nella seconda tappa.

Munari, che si lamenta di un motore a suo avviso fiacco, chiude la prima tappa al comando, seguito dal compagno di squadra Waldegaard. Il distacco tra i due è di soli 21 secondi. Oggi in una gara iridata si tratterebbe di un vantaggio rassicurante, ma all’epoca (con le gare iridate che duravano non meno di 4 giorni e con chilometraggi molto più lunghi) significava essere praticamente appaiati!

CONTINUA DOMANI…

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