Paolo Andreucci e Rudy Briani dominano il Rally delle Marche. Sul podio Trevisani e Ricci
Una gara dominata dall’inizio alla fine, utile training in vista dell’ultima prova tricolore di novembre ed anche utile banco di prova per lo sviluppo degli pneumatici
Paolo Andreucci e Rudy Briani, su una Skoda Fabia R5, hanno vinto la 14esima edizione del Rally delle Marche, gara di apertura del Challenge Raceday Rally Terra, organizzata da PRS Group nella consueta location di Cingoli. Una gara spettacolare, confortata da una bellissima giornata di sole, quella corsa oggi sugli sterrati del “tetto delle Marche”, che ha conosciuto il dominio del pluricampione garfagnino, arrivato a correre a titolo di test gomme, oltre che per preparare l’ultima prova tricolore su terra della Coppa Liburna, prevista ai primi di novembre.
Andreucci ha preso il comando della classifica dalla prima prova speciale senza mai più lasciarlo, vincendo quattro prove sulle sei disponibili e lasciandosi dietro un’accesa bagarre, decisamente anche spettacolare, sul filo dei secondi. Alla fine, sotto la bandiera a scacchi il secondo gradino del podio lo hanno salito Jacopo Trevisani ed Andrea Marchesini, seconda gara con loro con la Skoda Fabia R5. Il giovane bresciano si è posto subito alle spalle di Andreucci con una certa autorità, per poi rischiare di vanificare tutto con un “lungo” durante la quarta prova, dovendo lasciare strada ai padovani, campioni uscenti del Raceday, Nicolò Marchioro e Marco Marchetti (Skoda Fabia R5).
Da quel momento in poi tra loro si è scatenato un acceso dualismo, con il classico “botta e risposta” dal quale alla fine è emerso Trevisani, che ha affrontato l’ambo di prove finali con estrema decisione e lucidità, la stessa che ha adottato il suo conterraneo, l’esperto Luigi Ricci, in coppia con Biordi su una Hyundai i20 R5. Già vincitore della gara tre anni fa, Ricci ha sfoderato una notevole progressione dopo un avvio stentato dovuto ad un’errata scelta di gomme, problema ovviato con una parte centrale e finale del confronto estremamente efficaci e spettacolari, andando peraltro a siglare il miglior tempo sull’ultima prova portandosi così al terzo posto, pari merito con Trevisani, ma vincolato dalla discriminante della prima prova speciale (dove aveva fatto il sesto tempo).
Quarto posto finale dquindi per Nicolò Marchioro, che non ha comunque demeritato, confermandosi uomo di vertice, “bronzo” per l’inezia di soli nove decimi. D’effetto anche la prestazione globale del francese Jean Philippe Quilichini, in coppia con Fabrice Gordon, alla fine quinti assoluti, penalizzati da una penalità di 10 secondi pagata per una partenza anticipata (PS4). Sino ad allora il transalpino, vecchia conoscenza delle gare su terra italiane, aveva saputo salire sino al terzo posto, peraltro al debutto in questa gara.
Sesto ha finito il ligure Andrea Maselli, sulla Hyundai i20 R5, condivisa con Milena Danese. Anche per Maselli una gara in progressione sia di riscontri cronometrici che si sensazioni alla guida della vettura sudcoreana. Settima piazza finale per il piemontese Gianmarco Donetto, affiancato da Menchini (Skoda Fabia R5), subito efficaci nonostante il poco feeling con gli sterrati marchigiani e la loro conformazione, ottavo ha poi terminato il veneto Filippo Lorenzon, con Alice De Marco su una Ford Fiesta R5, gran finale di gara anche per loro, riuscendo a sopravanzare con il classico colpo di reni il sammarinese Jader Vagnini (Skoda Fabia R5), nono, per la prima volta affiancato dalla toscana Miriana Gelasi per quella che è stata una prestazione anche in questo caso in crescita da un avvio sottotono, per prendere ritmo.
La top ten è stata poi firmata dai trentini Cobbe-Turco (Skoda Fabia R5), mentre il gruppo N è andato nelle mani del sempre concreto Sloveno, innamorato degli sterrati italiani, Darko Peljhan, con una datata ma efficace Mitsubishi Lancer Evo IX. Tra le due ruote motrici il migliore è risultato il trentino Roberto Daprà, con alle note Luca Guglielmetti, sulla Peugeot 208 R2, la vettura giusta per aver avuto ragione di una nutrita schiera di pretendenti, tutti validi interpreti delle “tuttoavanti”, specie i giovanissimi Fontana e Nerobutto.
Tra i delusi della gara, sicuramente l’umbro Francesco Fanari, con Cristina Caldart per la prima volta al suo fianco: dopo un avvio a ridosso del podio, è stato costretto a rincorrere dalle retrovie dove era scivolato dalla seconda prova, con circa 30 secondi persi per un’uscita di strada con la quale ha danneggiato un tirante del retrotreno sinistro della sua Volkswagen Polo R5. Ha poi proseguito per trovare il miglior feeling con la “tedesca”, finendo di poco fuori dalla top ten, undicesimo.
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