Gobbin-Grimaldi e il sogno del Rallye Monte-Carlo: “È stato fantastico”
Per scaramanzia non lo si dice prima della gara. Ma la pedana di arrivo al Monte-Carlo è il sogno di tutti i rallisti. Anche perché solo i migliori cinquanta sono ammessi al gran finale
Nella vita gli obiettivi sono importanti. Soprattutto in quella di un rallista. E si rinnovano giorno dopo giorno. Appena raggiunto il primo, si cerca il successivo. Fino alla settimana scorsa l’obiettivo di Roberto Gobbin era di partecipare al Rallye Monte-Carlo e giovedì scorso, 20 gennaio, ha coronato il sogno, prendendo il via del rally più affascinante della storia. Nel corso delle quattro giornate di gara, però, l’obiettivo del pilota pinerolese è cambiato, puntando a entrare nel novero dei “magnifici” cinquanta che avrebbero avuto l’onore e il piacere di disputare la tappa finale e soprattutto transitare sulla pedana di arrivo di domenica 23 gennaio a Monte-Carlo. Obiettivo raggiunto, con grande soddisfazione per Gobbin e il suo navigatore Fabio Grimaldi che hanno lottato e sofferto, ma alla fine sono riusciti a entrare nella lista degli eletti per la tappa domenicale. E raggiungere il traguardo di Monte-Carlo, chiudendo la gara in 47esima posizione assoluta, sesti della classifica RGT con l’Abarth 124 Rally curata da Evo Motorsport.
“Già partire giovedì sera davanti al Casino è stata un’emozione fortissima che solo un appassionato di rally può comprendere – racconta il pilota pinerolese -. Non c’è stato però tempo per commuoversi perché subito dopo si affrontava la Luceram-Lantosque, una prova difficilissima non solo per le difficoltà insite nel tracciato, ma perché bisognava prendere il ritmo con la paura di sbagliare e non riuscire a trovare il ritmo adeguato. Non solo, subito dopo, in piena notte abbiamo affrontato la speciale La Bollene Vesubie-Moulinet, 23 chilometri che hanno fatto la storia dei rally con il passaggio sul Turini. Mentre salivo, pur essendo concentrato sulla guida e le note del mio navigatore, la mente non poteva non penare che su quel tratto di strada si sono vissute le gesta più epiche del rallismo, con le battaglie di Munari, Biasion, Liatti, solo per citare i grandi piloti italiani vincitori del Monte-Carlo”. Alla fine della prima tappa Gobbin-Grimaldi sono sessantatreesimi assoluti e si preparano per la seconda tappa, quella del venerdì, caratterizzata da prove molte veloci, soprattutto la Roure-Beuilcon tratti da percorrere al limitatore raggiungendo in discesa velocità elevatissime fino a 180 km/h. Nella giornata Gobbin recupera altre due posizioni nella classifica assoluta e vede avvicinarsi il miraggio dell’arrivo sulla pedana a Monte-Carlo.
“Sabato è stata la giornata più impegnativa soprattutto perché bisognava affrontare la temutissima prova di Saint Geniez-Thoard, conosciutissima da tutti con il nome di Sisteron, che già nel passato è stata il giudice che ha determinato la classifica del Rallye Monte-Carlo. La prova era caratterizzata da sei chilometri di neve, che rendevano difficilissima la scelta delle gomme – prosegue Gobbin nel suo racconto -. Con la 124 Abarth a trazione solo posteriore non sapevamo se avremmo avuto grip sufficiente per superare la salita. La prova mattutina è stata annullata per l’uscita di strada di Elfyn Evans e l’abbiamo percorsa in trasferimento; questo ci ha permesso di avere dati più precisi per la scelta del secondo passaggio del pomeriggio che abbiamo affrontato con le gomme termiche e non con le chiodate come al mattino. E su questa prova mi sono divertito parecchio, soprattutto nel tratto in discesa senza neve con la 124 Abarth costantemente di traverso”.
Finita la tappa di sabato, Roberto Gobbin e Fabio Grimaldi fanno i conti, controllano sulla classifica ufficiale la loro posizione che li dà 51esimi assoluti, ad appena 18” dal paradiso. “Abbiamo fatto e rifatto i conti mille volte, ma la situazione era quella e stavamo quasi per metterci il cuore in pace, pronti a tornarcene a casa con quel pizzico di delusione che caratterizza le occasioni mancate di un soffio – afferma Gobbin. Ma la fortuna aiuta gli audaci e soprattutto i tenaci ed ecco arrivare il coup de théatre, per dirla alla francese, e ritrovarsi magicamente fra i cinquanta eletti. “Sapevamo che c’erano due WRC in difficoltà, ma quando quasi disperavamo di essere fra gli ammessi all’ultima tappa, arriva la notizia che Ott Tanak si era ritirato spalancandoci la porta per il gran finale”.
Le quattro prove di domenica vedono Gobbin-Grimaldi, impegnati a raggiungere il traguardo a tutti i costi “La tappa finale l’abbiamo affrontata con la massima calma e concentrazione, perché la tensione era altissima e un errore in quel frangente sarebbe stato veramente doloroso”. La domenica si parte nella prova di La Penne-Collongues con i suoi 23 chilometri di lunghezza. “È stata la prova in cui mi sono divertito di più, assieme a quella di Sisteron, per la sua guidabilità fatta di curve velocissime, con i tagli da affrontare buttando la vettura all’interno curva, facendo attenzione allo sporco che si era accumulato sull’asfalto. È stato bello vedere in cima alla salita un gruppo di tifosi con le bandiere che mentre passavamo ci hanno fatto festa sventolando il tricolore e suonando le trombe. Sono emozioni che solo il rally sa dare”. Nelle successive tre prove Roberto Gobbin continua a spingere e risulta costantemente il più veloce dei piloti Abarth, arrivando al termine della speciale di Brainçonett-Entrevaux per fermarsi subito dopo l’arco che sancisce la fine della gara con solo più il trasferimento verso Monte-Carlo. Roberto Gobbin e Fabio Grimaldi scendono dalla macchina e si abbracciano per l’impresa compiuta. “È stato fantastico trovare a fine prova molta gente, per lo più sconosciuta, che si congratulava per essere riusciti a finire la gara, fra i quali Elio Magnano che ci ha seguito con la sua macchina fotografica per tutta la gara” afferma Gobbin che sottolinea:
“Il rally è una specialità di squadra, anche se a guidare è solo il pilota. L’essere riusciti a terminare fra i migliori cinquanta il Monte-Carlo è merito di molte persone. A cominciare da Dario e Micky di Evo Motorsport che ci hanno dato una macchina perfetta. Ad Aldo Malchiodi, perfetto direttore sportivo che ci ha sempre dato i consigli giusti. Senza dimenticare Giuseppe Cordia di Abarth che è stato prezioso per gestire la vettura nel migliore dei modi. Ovviamente un grazie ai pinerolesi Bruno Godino e Stefano Bruno Franco, ricognitori impeccabili, che con le loro segnalazioni del percorso che mi hanno fatto affrontare le prove conoscendo i punti difficili del tracciato. Ovviamente un grazie a Fabio Grimaldi, che mi ha trasmesso la sua calma olimpica anche nei momenti più difficili del rally, che ha festeggiato al Monte-Carlo le sue 200 gare. E a tutti gli amici che sono venuti a sostenermi in gara”.
Roberto Gobbin non lo nasconde. Una lacrimuccia di emozione sulla pedana di arrivo c’è stata per manifestare una gioia molto intensa. Adesso Gobbin ha un po’ di tempo per trovare il prossimo obiettivo da raggiungere nella sua carriera rallistica. Anche se non sarà facile; perché entrare nel novero di quelli che hanno visto la pedana di arrivo del Rallye Monte-Carlo è sicuramente una grande impresa riservata a pochi.
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