Fiat X1/9, la piccola e sfortunata “bomba castrata” scelta per contrastare la cugina Lancia Stratos
Il reparto corse della casa torinese deve trovare la degna erede della Fiat 124 e, dando un’occhiata alle caratteristiche della cugina Lancia la scelta cade sulla piccola X1/9
1973: c’è fermento in Fiat, precisamente in Corso Marche presso il reparto corse. La cugina e rivale Lancia non solo ha vinto l’anno prima il Rally di Montecarlo con la Fulvia ma ha già presentato la vettura che la sostituirà. Ovviamente parliamo della Betè a Gagner che già, come prototipo, ha cominciato a vincere, precisamente al Firestone e al Tour de France. Il reparto corse deve quindi trovare la degna erede della Fiat 124 e dando anche una occhiata alle caratteristiche della cugina la scelta cade sulla piccola X1/9.
La vettura è in commercio dall’anno prima e ha delle caratteristiche interessanti: pesa poco ed ha il motore centrale, come la Stratos. Inoltre diversi piloti privati la utilizzano in gara come gruppo 3 con risultati interessanti: tra questi spicca l’esemplare della scuderia svizzera Filipinetti che, avvalendosi della collaborazione di Dallara e di Mike Parkes, ha realizzato un esemplare con motore 1.300 a iniezione 16V molto performante. Del progetto factory made in Fiat se ne occupano invece l’ingegnere Sergio Limone e il telaista Mario Colucci.
La vettura di serie monta il motore 1.300 della Fiat 128. Poca roba. Per farla diventare una bestia da rally occorre qualcosa di più performante: scatta così l’idea di travasare sulla piccola vettura l’ultima evoluzione del bialbero Lampredi di 1.800 cc che equipaggia la 124. Il travaso riesce grazie alle modifiche al telaio ideate da Colucci che riesce nell’intento di montare trasversalmente il motore in posizione centrale. Il vano è però molto piccolo quindi si decide di montare un periscopio sopra il cofano motore per fare arrivare più aria al propulsore. Quest’ultimo dotato di carburatori IDF da 44 sviluppa 200 cavalli, ma in seguito con l’iniezione Kugelfischer arriverà a oltre 210 cavalli; il tutto per soli 750 chili di peso. La trasformazione per essere omologata come Gruppo 4 prevede ovviamente dei passaruota allargati oltre a varie modifiche al cambio ed ai freni. La piccola bomba è pronta per gareggiare, ovviamente come prototipo, non essendo ancora omologata come Gruppo 4 (servono 400 esemplari).
Il debutto in gara avviene in Sicilia per il rally che si disputa dal 29 al 30 marzo 1974 con l’equipaggio Giorgio Pianta-Bruno Scabini. Purtroppo non è un debutto fortunato e la gara si conclude con un ritiro. Medesimo epilogo al successivo Rally 4 Regioni. Il 30 giugno del 74, alla sua terza uscita, arriva però la prima vittoria con Fulvio Bacchelli al rally Alpi Orientali. Altre due vittorie arrivano a fine anno: sempre Bacchelli vince al 1000 Trabucchi, mentre Verini porta la X1/9 al successo al Coppa Liburna. Si registrano anche le partecipazioni ai massacranti Tour De Corse (ottavo posto per Bachelli) e Giro d’Italia, dove in gara sulla piccola Fiat corre anche Clay Regazzoni, costretto però al ritiro. Il 1974 si conclude magnificamente per la nuova nata e il meglio deve ancora venire. Il 1975, l’anno previsto per l’omologazione a gruppo 4 e la definitiva consacrazione della vettura, si apre alla grande: in un rally Ronde in Francia arriva una nuova vittoria con Darniche e Mahè che inoltre fanno da apripista al rally di Monte-Carlo, vinto da Sandro Munari con la Stratos. Nulla lascia quindi presagire ciò che accade a inizio marzo: la Fiat, con uno scarno comunicato, annuncia che nel 1975 l’attività sportiva sarà ancora appannaggio della 124 e delle vetture di casa Lancia. Questo significa che lo sviluppo (e la successiva omologazione della X1/9 a gruppo 4 con la produzione dei 400 esemplari necessari) si ferma seduta stante. L’anti Stratos viene quindi stoppata sul più bello.
La X1/9 non termina però immediatamente la sua carriera: fino a inizio estate la vettura viene data in gestione a Fiat – France che con Bernard Darniche vince ancora qualche gara, poi però solo il triste oblio. In realtà dietro la scelta del gruppo Fiat c’è un’esigenza dettata dal marketing: l’auto per tornare a vincere nei Rally deve essere la familiare 131, auto di grande serie e non di nicchia come la X1/9 . Il rammarico è grande sia tra i membri del reparto corse, che tra i piloti, in primis proprio Darniche che definisce la vettura eccezionale. Della X1/9 ne furono costruite in tutto 5 esemplari: quella con il telaio 23003 appartiene alla prestigiosa collezione Macaluso. Le altre hanno continuato la carriera agonistica in mano a piloti che le hanno acquistate dal reparto corse, tra cui Giacomino Delia e l’italo americano Cosentino. L’unico esemplare stradale prodotto per l’omologazione si trova in Australia.
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