L’eroico Auriol al Rallye Sanremo 1994: vince con la febbre e soltanto due speciali conquistate
Il Sanremo è la penultima prova del mondiale rally 1994 ed è una tappa fondamentale per l’assegnazione del titolo piloti
Il mondiale 1994 è una lotta a due tra Carlos Sainz e Didier Auriol. Il primo è al volante della nuova Subaru Impreza, ribattezzata 555 in onore dello sponsor. Il secondo invece ha tra le mani la sempre e veloce Toyota Celica. Terzo incomodo Kankkunen anche lui su Celica. Il Sanremo è la penultima prova del mondiale rally 1994 ed è una tappa fondamentale per l’assegnazione del titolo piloti: I due contendenti al titolo sono divisi da soli 6 punti con il francese davanti.
Al via del rally la Toyota, che ha già conquistato in Finlandia il mondiale costruttori, schiera Kankkunen, Auriol e Aghini. Il finlandese è l’unico ad avere a disposizione la nuova GT Four (ST 205) che debutta proprio in questa gara. Inoltre la squadra nipponica è rappresentata anche dalla scuderia Grigone che schiera le Celica nel campionato italiano e affidate a Piero Longhi e Gilberto Pianezzola. Massiccia anche la presenza Ford: ai tre ufficiali, Delecour, Biasion e Thiry, si affiancano Cunico e Wilson con il Jolly Club, con l’inglese in prestito per questa gara al team italiano. La Subaru schiera le solite “due punte”: Sainz e il funambolico Colin McRae. La Mitsubischi affianca a Schwarz il nuovo arrivato Makinen, che ha trionfato al 1000 Laghi su una Ford.
Al via dell’appuntamento italiano si esalta Sainz con la Subaru. Sulla prima tappa disputata su terra lo spagnolo è scatenato. Partendo praticamente ultimo tra i big, lo spagnolo si aggiudica tutte le otto prove speciali della prima tappa e fa il vuoto alle sue spalle. Il primo degli inseguitori a oltre un minuto è Malcom Wilson, poi Thiry. A due minuti, in un fazzoletto di secondi, seguono Auriol, Delecour e Biasion. Makinen si ritira per una rottura della sospensione, mentre Kankkunen rimedia una penalità di due minuti e tribola con l’assetto della nuova vettura
Al via della seconda tappa, sempre su terra, Sainz patisce il dover partire per primo: stavolta sarà lui a “pulire” le strade agli avversari. Il più scatenato è però Kankkunen. Il finlandese che parte molto indietro vola e si aggiudica ben 6 prove speciali sulla nuova Celica che è stata sistemata durante la notte. Le altre prove sono appannaggio di McRae, del redivivo Biasion e di Schwarz. Auriol non vince nessuna delle speciali, ma con una gara regolare e accorta recupera secondi preziosi su Sainz e si porta al secondo posto in classifica generale, distanziato da poco più di un minuto. Lo spagnolo dal canto suo, oltre a dover pulire le strade, è stato pure vittima di un testacoda che gli ha fatto perdere secondi preziosi.
La terza tappa si svolge su asfalto e il favorito potrebbe proprio essere il francese che tuttavia la al risveglio ha una brutta sorpresa: sta male ed ha la febbre alta. Ovviamente di non calarsi nell’abitacolo della vettura non se ne parla proprio. Seppure distrutto nel fisico, il francese si presenta regolarmente al via. Per il successo finale infatti sono ormai rimasti in tre a giocarsela: Sainz, Auriol e Biasion. Gli ultimi due seguono Sainz rispettivamente a 1:13 e a 1:22.
Auriol, che seppure secondo è stato anonimo nel primi due giorni di gara si trasforma letteralmente e nonostante la febbre alta comincia a guidare come solo lui sa fare. Recupera secondi su secondi a Sainz che invece accusa problemi elettrici alla sua Subaru. Dopo le prime quattro prove speciali della giornata, Didier ha ridotto il suo svantaggio a soli 21 secondi dallo spagnolo. Il tutto senza neppure vincere una speciale nell’arco di tutta la gara: le prove sono state vinte infatti da Thiry e da uno scatenato Cunico che addirittura ne vince tre di fila.
Auriol è stremato, disidratato, ma non molla. Prima delle ultime speciali è avvicinato in assistenza dall’amico Claudio Bortoletto, storico Ds del Jolly Club, con cui Didier ha corso nell’ultimo biennio Lancia. Claudio confida all’amico di avere visto Sainz non al meglio della sua condizione e lo incita ad attaccare. Auriol non si fa pregare e finalmente vince la sua prima PS del rally (la San Bartolomeo, numero 24) portandosi a soli dieci secondi da Sainz che non riesce a contenere lo scatenato francese. Auriol passa al definitivamente comando della gara nella prova speciale successiva e infine vincendo anche l’ultima PS del rally, si aggiudica il Sanremo con 21 secondi di vantaggio su un incredulo e rassegnato Sainz.
Il francese porta a casa il bottino pieno vincendo appena due prove speciali, ma l’impresa è titanica se consideriamo il suo stato di salute. La febbre lo ha molto provato, tanto che spesso in assistenza o tra una prova e l’altra Didier si è accasciato al suolo per riposare. Ma una volta al volante la belva si è scatenata, come già accaduto in passato e precisamente al Montecarlo del 90 o a quello del 93: se nell’ultima tappa c’è la possibilità di vincere, sappiate sempre che l’ex autista di ambulanze sarà sempre pronto a menare fendenti agli avversari. Il mondiale avrà il suo epilogo al Rac, la prova seguente, e sarà deciso dal famoso “no team orders” di David Richiards di cui abbiamo già parlato. Ma la vera impresa di Auriol è stata vincere il Sanremo in quelle disastrate condizioni fisiche.
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