Al Rallye Monte-Carlo contro gli invidiosi vince il greco Jourdan Serderidis
Al Rallye Monte-Carlo è andata in scena una classica del mondo delle corse, l’invidia nei confronti di un pilota pagante, che può permettersi di correre con una Rally1 e non fa i tempi dei primi. Stiamo parlando del greco Jourdan Serderidis, che all’età di 59 anni ha disputato il Rally Monte-Carlo al volante della Ford Puma Rally1. (Iscriviti gratuitamente al canale Telegram di Rally Time per ricevere le notizie sul tuo telefono LINK)
Da sempre il rally monegasco è considerato uno dei più complessi, per la diversità di condizioni che si possono trovare per strada. Asciutto, bagnato, nevischio, neve e l’imprevedibile lastrone di ghiaccio. Non è mai semplice disputare il rally di Monte-Carlo, eppure Serderidis lo ha fatto a bordo della Rally1.
I commenti sono stati da classici leoni da tastiera, perchè Serderidis è un pagante a bordo della macchina più prestazionale nel mondo dei rally e prendeva secondi, minuti dai primi. Cominciamo col dire che dai primi, i minuti, li prenderemmo tutti. Loro, i primi, fanno questo per mestiere, ogni giorno sono impegnati, lavorando sodo con allenamenti, test e sviluppo. Poi ci sono i paganti, come Serderidis che, beati loro, potendoselo permettere, decidono di noleggiare la vettura da rally nella classe regina e di disputare gare del mondiale.
Premesso che vale sempre la regola che uno con i propri soldi fa ciò che vuole, premesso altresì che grazie a gentleman come Serderidis Wilson può monetizzare e tenere su una struttura che ha un elevato costo. Ma dov’è il problema? Ho letto i soliti post di chi diceva “Ma la potevano dare a Tizio o Caio, avrebbe fatto sicuramente meglio”, beh, ce ne sono Rally1 disponibili, poche, ma ci sono, nessuno vieta a Tizio o Caio di noleggiarla, cosi come ha fatto Serderidis.
È un pilota pagante, e quindi? Questa è forse la frase che più fa sorridere, pensando al fatto che, senza andare tanto lontano, basta guardare il panorama rallystico italiano, quanti sono in Italia i piloti professionisti e quanti i paganti? In Italia l’unico pilota professionista è rimasto Paolo Andreucci (ndr sono di parte), l’ultimo che ha corso per una casa costruttrice, Peugeot e che adesso sta lavorando come sviluppatore delle coperture indiane MRF Tyres e continuando a vincere campionati. Tutti gli altri? Sono piloti paganti, chi con sponsor, chi con soldi propri, pagano per correre e ribadisco il concetto che ognuno con il proprio budget fa ciò che meglio crede.
Forse la verità è che siamo tutti un po’ invidiosi di Serderidis? A noi che abbiamo i rally e le corse nel cuore, quante volte ci è capitato di esclamare, “Se vinco al superenalotto, mi faccio le gare con la Rally1!” Devo dire che chi vi scrive, per primo, ha esclamato questa frase e sono certo che se mi dovesse mai capitare, una volta a bordo, prenderei minuti e forse perderei per strada qualche bella franchigia. Ma in fondo lo sappiamo tutti, dentro di noi c’è sempre il Loeb nel piede ed il leone nelle mani, per criticare sempre dietro lo schermo di un telefonino.
Questa la dichiarazione del pilota greco a conclusione della gara monegasca. “Nonostante un giovedì sera molto complicato, nessun ritmo e qualche problema meccanico, gli ultimi tre giorni sono stati super divertenti, facendo progressi e comprendendo meglio la Puma WRC- ha commentato Jourdan Serderidis-. Vorrei apprezzare tutto l’incoraggiamento ricevuto. Siete il 95% dei commenti. Quindi, sì, è bello vedere un privato di 59 anni andare in giro in un’auto che di solito è pensata per i professionisti e deve essere frustrante per alcuni. Non ho alcun diritto di non essere d’accordo. Qui per divertirmi e condividere la mia passione. E spero di dare un po’ di sostegno necessario a qualche vero giovane talento.. Altrimenti il 24° è quasi il mio posto Delecour, una leggenda, è 19° con la nuova Skoda. Stéphane 18esimo… Gestire un WRC a 59 non è facile.”
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